lunedì 22 agosto 2016

Imo





Andare a fondo, impresa disperata.
Andare a fondo in una questione significa tirare fuori tutto ciò che non si vede, che resta nascosto nel profondo dei propri pensieri.
O toccare il fondo, ci si arriva quando si è perso tutto e bisogna solo risalire.
O ancora, andare a fondo vuol dire immergersi laddove pochi arrivano, per scoprire ciò che è nascosto ai nostri occhi o per sublimarci in una dimensione che ci è preclusa: nuotare come pesci e lasciarci un po' trasportare dall'acqua.
Per quanto mi riguarda, mettere la faccia in acqua mi ha causato da sempre un enorme fastidio, soprattutto a seguito di un episodio ai limiti del traumatico.
Ma quest'anno, grazie anche al fatto che mio figlio ha seguito dei corsi di sub, e che quindi ha sempre voluto condividere la sua esperienza con me,  ho voluto abbandonare ogni inibizione ed andare sott'acqua con lui.
In piscina, essendo l'acqua meno densa, è molto più semplice che al mare ed oggi ho toccato il fondo.
Un tuffo di testa, giù, a centocinquanta centimetri di profondità, nuotare rasoterra.
Che magnifica sensazione!
Un'altra barriera abbattuta, non lo credevo possibile in età adulta.
Questa esperienza mi ha insegnato che nessuno è onnipotente, ma provare e metterci in gioco non costa nulla, forse questo è l'unico modo per scoprire noi stessi e i nostri limiti.

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