domenica 25 dicembre 2016

Uomini e lingerie




Prima ancora di aprirli, ieri ho intuito i regali per me sotto l'albero: "sì lo so, sono un reggiseno, una mutanda e un paio di collant!"
"Bene! Ti ho delusa già alle cinque del pomeriggio "
"Oh non ti preoccupare, se le calze hanno i lurex... be' lo sai sono una gazza"
In realtà ero fortemente preoccupata per il completino, perché so che, per una donna, ciò che è comodo e ciò che è bello raramente coincidono.
Infatti appena aperto il pacchetto ho notato subito la scomodità del reggiseno: un indumento molto bello in realtà, con coppa preformata, in pizzo e tulle nero.
La coppa preformata ha l'odiosa caratteristica di restare ferma lì dov'è, mentre le "ragazze " se ne vanno allegramente in giro ad ogni passo io faccia.
E intanto agito le spalle, cercando di rimetterle al loro posto, cerco di sistemare le coppe, che, alla stregua di una coperta troppo corta, lasciano scoperti settori di tette.
Ecco, il reggiseno appena descritto fa la fortuna dei commercianti che si appostano come avvoltoi per rifilarlo all'incauto uomo che vuol regalare la lingerie alla sua donna.
Le donne, le vere donne, quelle con vere tette, non si lasciano affascinare da simili, improbabili, conchiglie tenute assieme da una striscia di simil carta velina.
Le vere donne infatti gireranno in lungo e in largo alla ricerca del reggiseno perfetto, quello che non farà le tette a pera, quello che sosterrà il seno per diciotto ore al giorno permettendo loro ogni libertà di movimento.
Le vere donne fanno sfoggio, fiere ed orgogliose, di comodi completini da nonna Abelarda.

mercoledì 14 dicembre 2016

Il Bushido






Il Bushido è la "via - morale- del guerriero" (samurai).

Nel codice sono raccolte, oltre alle norme di disciplina militare, anche le regole morali, regole che a me interessano particolarmente, poiché tutt'ora attuali.

Tra queste vi sono (riporto testualmente):



GI: Onestà e giustizia

Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.



YU: Eroico coraggio

Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.



JIN: Compassione

L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.



REI: Gentile cortesia


I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.


MAKOTO: Completa sincerità

Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.


MEIYO: Onore


Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.


CHUGI: Dovere e lealtà

Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura.
Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.




Lo studio delle arti marziali (nel mio caso del ju jitsu) non è competizione, ma è un'opportunità per lavorare dentro se stessi, accogliersi e accettarsi con i propri limiti, per poi superarli.

Tutti siamo sul Tatami per imparare, nella stessa, esatta, misura in cui tutti sbagliamo: sbagliamo nelle cadute, sbagliamo nelle proiezioni, sbagliamo quando ci crediamo migliori dei nostri compagni.

Non siamo sul Tatami per fare Bruce Lee, ma per sconfiggere il nemico che dimora nell'animo di ciascuno di noi.

Alla vigilia del mio esame ho imparato a riconoscere ee affrontare le mie paure, a cadere e a rialzarmi, ma in realtà ho ancora tanto da fare, la strada è lunga e talvolta in salita.

Sono ancora facile preda delle passioni e delle emozioni, per questo non mi sento ancora pronta per il terzo Kyu (la terza striscia che verrà applicata alla cintura marrone, l'ultima, prima della nera).

Alla vigilia del mio esame però ho dovuto rinunciare al ripasso delle mie tecniche per aiutare una compagna che aveva bisogno di me.
Questa è stata un'occasione per comprendere il valore del sacrificio e il benessere che ne deriva.

mercoledì 7 dicembre 2016

lunedì 21 novembre 2016

ispirazioni in pizzo

Eccomi finalmente ritorno in questo blog, dopo essere stata isolata dal mondo virtuale per tre settimane. Senza telefono nè internet è un po' come tornare all'età della pietra, in compenso sono ricca di idee e ho realizzato diversi lavori ispirati all'Irish crochet,  ovvero alla tipica tecnica irlandese, caratterizzata da roselline 3D più o meno complesse e maglie alte o basse rifinite con pippiolini.
L'uncinetto utilizzato è molto sottile (un millimetro) pertanto i manufatti, per i quali ho scelto colori tenui, ad eccezione del giallo, sono fini ed eleganti.
Il filato impiegato è in puro cotone,  ecco le anteprime dei miei bijoux durante le fasi di lavorazione


Collana con rosa 



Collier avorio con fiori e perle



Orecchino in pizzo giallo




Collana avorio 







I lavori saranno finiti con perle in vetro, in ceramica o in resina, catenine e chiusure in argento.








mercoledì 9 novembre 2016

Scompaginata

Che dire! è da giovedì che mi sento persa senza linea telefonica, ancora da ripristinare a seguito di un guasto e con tante idee che mi frullano per la testa.
Mi basta aprire una qualunque rivista per trovare un'inesauribile fonte di ispirazione. Mi basta chiudere gli occhi e pensare al mare che immagino i fondali dell'oceano da "dipingere" con filati di varie sfumature di azzurro e qualche elemento rosso qua e là, con la tecnica freeform.
Dopo aver terminato la mia maglia, mi sono dedicata ad una fascia per capelli che rievoca gli anni 30. Una fascia a forma libera, con tonalità beige, bianche e oro,  punto puff e sequenze di maglie alte o basse, uno scrumble a spirale, il tutto unito da un'apparente casualità.
Adesso mi sto dedicando ad un girocollo eseguito con uncinetto nr 1, rose di Irlanda e motivi eseguiti con la tecnica del punto irlandese, rifiniti con perle di vetro, renderanno il manufatto un pezzo davvero unico.
Spero a presto con nuove foto!

lunedì 31 ottobre 2016

Eccomi qui

Dopo una prolungata assenza eccomi qui. Ottobre se n'è andato via in fretta, silenzioso, gli alberi svettano verso il cielo con le ultime, incredibili fiammate di colori autunnali.
In questo periodo gli impegni si infittiscono e il tempo che residua non è mai abbastanza per realizzare tutte le idee che mi frullano per la testa.
Nonostante tutto le mie mani non stanno mai ferme, tanto che ho realizzato una maglia, questa volta per me.
Ho pensato ad un autunno alternativo, ovvero ho volutamente abbandonato i tradizionali colori caldi (arancione, rosso, giallo o marrone) per scegliere il rosa, classica tinta  primaverile.
Il rosa non è un colore che amo in particolar modo: preferisco colori più decisi come il rosso o il turchese, ma questa maglia l'ho progettata perché voglio indossarla con dei top dai colori forti e decisi, come il fucsia o il nero, o il blu, così da esaltare il punto a maglie alte e basse, alternate a morbide noccioline.
Ecco, io il mio autunno lo vedo alternativo, in aperto contrasto con le tradizioni che fanno "dėjà vu.

Qui le foto della maglia in esecuzione e a lavoro ultimato




La tecnica di lavorazione è all'uncinetto, il filato è misto lana e cotone, il modello proposto è riproducibile secondo richiesta.
Cosa ne pensate?

A presto con nuove foto e nuovi lavori!



martedì 6 settembre 2016

Settembre



(Photo by me)


Inseguire il sole
il vento le onde
Inseguire i giorni lunghi
O il riparo dalla calura
Inseguire il tramonto infuocato
O l'ultimo bagliore di luce
Prima che il giorno muoia

Restano immagini sospese

(S.T.)



martedì 30 agosto 2016

Sensi


A tutto quello che squassa 
Che strazia, strapazza che sazia 
A tutto quello che.

E alle cose che afferro 
che mordo, che sento 
e a tutto quello che.

S.T.


lunedì 22 agosto 2016

Imo





Andare a fondo, impresa disperata.
Andare a fondo in una questione significa tirare fuori tutto ciò che non si vede, che resta nascosto nel profondo dei propri pensieri.
O toccare il fondo, ci si arriva quando si è perso tutto e bisogna solo risalire.
O ancora, andare a fondo vuol dire immergersi laddove pochi arrivano, per scoprire ciò che è nascosto ai nostri occhi o per sublimarci in una dimensione che ci è preclusa: nuotare come pesci e lasciarci un po' trasportare dall'acqua.
Per quanto mi riguarda, mettere la faccia in acqua mi ha causato da sempre un enorme fastidio, soprattutto a seguito di un episodio ai limiti del traumatico.
Ma quest'anno, grazie anche al fatto che mio figlio ha seguito dei corsi di sub, e che quindi ha sempre voluto condividere la sua esperienza con me,  ho voluto abbandonare ogni inibizione ed andare sott'acqua con lui.
In piscina, essendo l'acqua meno densa, è molto più semplice che al mare ed oggi ho toccato il fondo.
Un tuffo di testa, giù, a centocinquanta centimetri di profondità, nuotare rasoterra.
Che magnifica sensazione!
Un'altra barriera abbattuta, non lo credevo possibile in età adulta.
Questa esperienza mi ha insegnato che nessuno è onnipotente, ma provare e metterci in gioco non costa nulla, forse questo è l'unico modo per scoprire noi stessi e i nostri limiti.

giovedì 18 agosto 2016

Con la valigia pronta (per partire)



Già l'anno scorso ho provato l'ebbrezza dell'andare e tornare da casa, anche se per lavoro. Mi scavezzavo certo, da Bologna a Milano: due settimane a casa e due in trasferta, ma quella per me è stata un'occasione per imparare che il mondo, e anche il  mio mondo, si poteva racchiudere in uno smartphone e in una valigia, sempre pronta, mai del tutto vuota. In ogni viaggio ho incontrato persone, in ogni viaggio ho avuto qualcosa in più da annotare nel mio smartphone.
La medesima esperienza l'ho vissuta questa estate, prima a Cervia e poi nelle Marche: la valigia pronta, le ultime cose da aggiungere e via, un'altra avventura!
Porterò sempre nel mio cuore le persone ed i luoghi conosciuti.
La valigia è vuota adesso e l'ho messa via, ma sono pronta per il prossimo, futuro, viaggio, zingara e scalza come la libertà!

giovedì 11 agosto 2016

Conero


Portorecanati, 11 agosto 2016 (photo by me) 


Racconto 
di un mondo sommerso 
Di sassi che nascondono i pesci
Di meduse che con le onde
Si lasciano andare
Di molluschi leggiadri 
O di lumache veloci
E racconto del mare furente
e giocoso
Che racconta storie
e trasporta segreti
E cammino e ascolto il suo canto
La spiaggia deserta ha un altro sapore
E le onde mi spingono giocose
Lambiscono i piedi 
O  mi bagnano i vestiti
Chė libera sono
E acqua
e pure sale 
E amo 
in silenzio
il mare

(S.T.)



sabato 6 agosto 2016

Quante volte


Frenata
inibita
Terrorizzata
dolente
Impietrita

E mi si apre un mondo
Misterioso caleidoscopio
Di infiniti colori

Voglio immergermi
Andare a fondo
E con grazia risalire

(S.T.)


sabato 30 luglio 2016

Ci vuole il mare

Ci vuole il mare per sentire la libertà dei piedi nudi e dell'aria sulla pelle,
del sole che l'accarezza
delle onde che mi accolgono.

Ci vuole il mare per capire l'inutilità delle parole vuote e del tempo reso sterile
ad aspettare ciò che non è.

Ci vuole il mare per esprimere il senso di gratitudine per una rinnovata libertà.

Ci vuole il mare per amare i libri.

Ci vuole il mare che racchiuda pensieri per portarli lontano
e ancora sbatterli ed infrangerli
rabbioso
su una spiaggia desolata.

Ci vuole il mare per chiudere, senza mai più riaprire.

(S.T.)



(il mio mare inquieto)



martedì 26 luglio 2016

Buona vacanza Franceschino!


L 'estate può essere un inferno per un ragazzino la cui vita ruota attorno alla scuola e alle attività sportive.
L'estate può trasformarsi in un incubo per un ragazzino timido che scappa dalla confusione, che si barrica dietro ad un muro, ma che aspetta sempre un amico che lo cerchi. E gli amici sono troppo impegnati altrove per guardare al di là del muro e trovare un ragazzino timido o tanti ragazzini timidi!
Sì perché il mondo gira e brulica e fa un gran baccano, troppo per curare i silenzi!
Così scappiamo io e Franceschino, andiamo al mare! Vacanza improvvisata, ma non meno bella, non meno perfetta!
La destinazione è quella più vicina a casa: la Riviera romagnola.
E Franceschino si diverte in Riviera, ha trovato un paio di amici con cui gioca instancabilmente adesso.
Ed io sono felice per lui e ancor di più perché, dopo aver a lungo lavorato, mi sembra di scorgere i primi, timidi, germogli.
E va bene così!
Va bene accantonare lo scialle che dovevo finire, va bene lasciare in standby la collana che stavo progettando, i vetri di casa aspetteranno e la dieta, e la palestra e gli allenamenti e....
Lasciate che tutto si fermi per godere della felicità di un ragazzino!

domenica 24 luglio 2016

Riposo

Dopo anni di lavoro indefesso, paranoie, problemi e rinunce finalmente una settimana al mare con mio figlio, serviti e riveriti.
Certo il clima non è dei migliori: è sempre così, a casa il caldo torrido che toglie pure il sonno e in vacanza la pioggia.
Una bella noia! Ma amo il mare anche quando piove e già restare seduta sul balconcino a respirare l'aria densa di salsedine giova al mio umore e al relax.
Finalmente stanotte ho dormito sette ore continuative, dopo mesi di insonnia, non mi sembra vero!
Il mio è il riposo della guerriera, per poter affrontare un nuovo anno intenso e carico di novità, spero piacevoli novità.


mercoledì 6 luglio 2016

Di un sogno


finito col sole rovente
un giorno d'estate
E stremata
confusa
sudata
sul letto
La testa poggiata
madido
il cuscino
Stordita
resto così
nell'aria molle
di un giorno d'estate

(S.T.)







giovedì 23 giugno 2016

Una lezione particolare

Gi sudato con tanto di macchie di henné, perché così vale di più

Ultime lezioni al Dojo, molti hanno disertato, un po' perché stanchi, un po' perché il caldo improvviso ci avvolge tutti nelle sue spire, condite da nefaste pizzicate di zanzara.
Stasera eravamo in cinque, io unica donna con cintura più alta.
Ho guidato il rito del saluto ed il maestro, in preda a non so quale particolare entusiasmo, mi ha ordinato di guidare anche il riscaldamento.
Inizio con vari giri di corsa attorno al tatami, un po' in preda all'emozione perché non ho mai gestito un riscaldamento prima di stasera.
In poche parole, ho imparato ad insegnare, a guidare, ad avere sotto di me un manipolo di uomini muti ed obbedienti.
Una sensazione indescrivibile.

Dopo aver svolto assieme al mio manipolo un po' di esercizi, cadute e kururunfa, è stato il momento di ripassare le tecniche, quindi è rientrato il maestro, che le ha spiegate e formato le coppie.

In una palestra dove il sole ha battuto furibonde martellate per tutto il pomeriggio, il judogi (kimono con maniche e pantaloni lunghi in cotone grosso) ti si incolla addosso, i movimenti sono impediti dai pantaloni larghi, ma che si attaccano  alle gambe, e magari si rischia di restare in mutande, come mi è già successo del resto.
Adattarsi a condizioni non sempre favorevoli fortifica l'animo, lo ingentilisce, ti fa sentire un po' samurai.
E dopo aver studiato e provato le tecniche, col sudore che appiccica i capelli e il Gi, ecco che il maestro mi ha chiamata al centro.
Non ho avuto il tempo di realizzare che stavo facendo l'esame. Certo, non era il momento giusto per farlo, ormai avevo dato tutto.

Ho tirato la cintura gialla con forza, con attacchi precisi, rapidamente. Ed anche la prima dell'arancione, un caricamento con presa morbida al braccio. Ho proiettato il mio compagno, ma una fitta al ginocchio sinistro mi ha costretta per terra, non mi muovevo più, mi lamentavo.
In quel momento ho pensato che il mio esame sarebbe stato rinviato a data da destinarsi ed invece, piano piano, mi sono rialzata ed ho continuato.
Tutto.
Fino alla fine.
Non è stato un esame particolarmente brillante, che mi è costato pure dieci flessioni per punizione, ed un paio di tecniche tirate con incertezza, ma un esame dove comunque ho tirato fuori tutto e dato tutta me stessa.
Per ogni calcio, per ogni pugno c'era un Kiai che scaturiva da ogni mia emozione, ogni calcio era un calcio al passato, ogni pugno era furente, con la grinta di una donna che vuole credere, che vuole trasformarsi.
Che tende alla perfezione.

I complimenti non sono mancati, persino il maestro più severo ed esigente mi ha baciata le guance, nonostante fossi sudata fradicia, dicendomi con grande sincerità: " mi sei piaciuta!"
"mah, insomma, le prime due della marrone seconda le ho fatte un po' così"
"ma tu mi sei piaciuta anche perché sei incazzata, hai grinta!"

Ecco, questo voglio esportare dal Tatami.
La grinta.
La lezione è terminata così, con gli applausi del manipolo di uomini che ho guidato.
Il saluto finale.
E poi a casa.



Giugno






Che strano periodo quello di transizione.

 Giorni intensi passati a fare e fare, a pensare, a correre,a farmi male.
A concentrarmi su mio figlio che quest'anno entrerà in prima media.
Momenti duri, di sconforto,di separazione dal tranquillo ambiente della scuola primaria. Che mica ci può stare sempre nella bambagia, il mio ragazzo, presto o tardi ne dovrà uscire.
Notti lunghe di sonni brevi e risvegli improvvisi.
Centomila idee che scorrono nella mia mente, progetti, nuovi accessori.
E non dormivo e mi stancavo, e più correvo, più le mie attività erano intense, meno dormivo.
Arriva giugno, finisce la scuola.
 Emozioni forti, anche le mie, il pianto stretto nello stomaco e le lacrime che non escono.
Snobbo le altre mamme che fotografano l'ultimo giorno di scuola, smartphone e facebook in mano.
Mi chiudo nel mio silenzio, un apparente distacco nasconde un'esplosione di emozioni, di gioie, problemi, motivi (tanti) per i quali essere orgogliosa di mio figlio.

E le avventure a Bologna, insieme io e lui, la città, al mattino, nel suo caos vivace, e l'autobus: "no Frenci tieniti stretto!" "siediti, guarda c'è un posto!"
E lui che guardava il mondo fuori dal vetro, il mondo che correva, che parlava, il mondo indaffarato.
Gente che brulicava laboriosa come api nei loro alveari.

La settimana è corsa via in una città dove mi sento liquida, un contenuto senza contenitore, sola tra tanta gente, cullata dai miei pensieri, trasportata dai suoi portici con la docile fiducia di una figlia.

E le amiche. 
"Simo ci sei stasera?" si può dire: "sono stanca morta" ad un'amica? No di certo. E via una doccia veloce ed un'ora di svago in compagnia, tra qualche chiacchiera, un succo di frutta e una partita di calcio.

Scorrono i mesi ed i giorni senza nemmeno accorgermene.
Che ci facciamo il primo risvolto alla cifra tonda.
Si parte, si va dai nonni in montagna.
Lasciamo lì anche Frenci con loro.
Torniamo da soli io e mio marito, insieme noi due, come fidanzatini.
Gli allenamenti al dojo, lo studio della cintura marrone II, i progetti da realizzare, le amiche, le uscite.

Ma il caldo mi avvolge col suo molle abbraccio.
La gatta cincischia in giro, snobba il cibo avanzato da stamattina e snobba pure me.
Il silenzio è assordante.
Interrotto dalla lavatrice e dal cinguettio degli uccellini.
Idee pressoché azzerate. E' tutto da rifare.

La verità?
Mi manca il mio Frenci.

venerdì 27 maggio 2016

L'età



Hai quarant'anni quando ti trovi davanti delle giovani modelle, e non te ne importa nulla perché sei come sei, con le tue imperfezioni.
Hai quarant'anni quando sai di essere arrivata, ma hai ancora tanta strada da fare.
Hai quarant'anni quando esci dai soliti schemi e non hai paura di metterti in gioco.
Hai quarant'anni anche quando sbagli e ti accorgi che i tuoi errori sono sempre troppi.
Hai quarant'anni quando sei sicura del tuo fascino e sei bellissima per essere come sei, che la tua storia è scritta sul tuo corpo e sul tuo viso.
Hai quarant'anni quando non hai paura di dire la verità e di condurre le tue battaglie.
Hai quarant'anni quando smetti di essere petulante ed impulsiva e pensi che sia più bello vivere, invece di rompere i coglioni.
Hai quarant'anni quando ti trucchi un po' per uscire, indossi qualcosa pescato nell'armadio e le infradito, che "mi fanno male i piedi  e i tacchi mi rovinerebbero la serata".
Hai quarant'anni quando ti accorgi che la libertà è il bene più prezioso e importante, te ne impossessi e ti esprimi fregandotene di cosa penserebbero gli altri.
Che nessuno indossa i tuoi panni.
Hai quarant'anni quando sogni e ti illudi ancora, ma resti sempre con i piedi ben ancorati per terra, che del resto un po' di esperienza l'hai fatta anche tu.
Hai quarant'anni, mica più venti, sei il colore, il sapore, il profumo e la dolcezza di un frutto maturato al sole.

lunedì 23 maggio 2016

Disincanto




Della luna
Della quiete
Del freddo
Dei sogni
Degli abissi:
Notte di sgomento
(S.T.)

giovedì 19 maggio 2016

Lavori a forma libera

Tra ieri e oggi ho eseguito un girocollo un po' particolare, ispirandomi a quanto reperito su Pinterest.

La tecnica che mi attrae maggiormente è il freeform crochet, poiché il filo e l'uncinetto sono i soli due strumenti di lavoro, non ci sono schemi preesistenti, occorre lavorare di fantasia e lasciarsi andare, senza aver paura di sbagliare, tutto è permesso nel freeform, tutto è ammesso.

Ed ecco il modello proposto, in realtà ho pensato a me per questa volta, a qualcosa da indossare con le camicie, con un top estivo o con un fresco abito leggero.

Ultimamente mi piace il verde, ma altri modelli ispirati all'ambiente marino stanno balenando nella mia mente.

Il modello proposto è unico e non più riproducibile.

A presto!





martedì 17 maggio 2016

Orecchini e....

In questi giorni ho eseguito ben tre paia di orecchini che mi sono stati commissionati.
Ho avuto modo anche di pensare al packaging dei miei manufatti, ideato e realizzato da me stessa con carte speciali.

Ecco le foto









Gli orecchini sono stati realizzati con filato di qualità in puro cotone, le perline in vetro li valorizzano, conferendo una maggior lucentezza. 
Le monachelle sono in argento.

I lavori sono stati infine trattati con acqua e amido di frumento, per conferire maggior consistenza e una forma più rigida e sostenuta, che risalta la lavorazione.

I prodotti saranno confezionati in semplici ed eleganti bustine in carta naturale e chiusi con un nastro di carta.





domenica 8 maggio 2016

Libri & Co.

Mi sono trastullata con una marea di idee per realizzare un regalo carino, ma che non sia troppo personale.

Dopo aver fatto lunghe ricerche su Pinterest e nel web, ecco l'idea:
Un segnalibro realizzato all'uncinetto con filato in cotone, di colore lillà. 
L'uncinetto utilizzato è il numero 1,20 e sull'estremità dell'oggetto ho applicato una piccola nappa che ho realizzato io stessa.
Una volta terminato il lavoro, l'ho lasciato in ammollo in una soluzione a base di acqua tiepida e amido di frumento, per conferire al segnalibro una consistenza rigida ed infine, dopo averlo modellato e messo ad asciugare l'ho stirato.

Il modello proposto è riproducibile in altri colori e motivi, come, ad esempio, fiori con applicazione di perline, o motivi a filet.

Cosa ne pensate?



sabato 7 maggio 2016

Storia

Questa è la storia di quattro jutzuka, quattro donne diverse per età che casualmente si sono incontrate, magari scambiando quattro chiacchiere in spogliatoio, magari tirando insieme sul tatami e poi, per caso, un ape al bar il sabato pomeriggio, un abbraccio a mo di saluto, un gruppo su whatsapp dove ci scriviamo ormai con regolarità, scambiandoci foto divertenti e ridendo molto, per spezzare la monotonia della routine e sentirci un po' meno sole.

Questa è la storia di una madre, di un'impiegata, di un'insegnante, di una giovane stilista.
 Ognuna con i suoi sogni, ognuna con le sue virtù e le sue debolezze. Non ci vogliono paroloni per capirci, basta niente ed entriamo in sintonia, ognuna delicatamente nell'animo dell'altra, ora ci sproniamo, ora ci controlliamo.

E ridiamo, oh sì quanto ridiamo! Lo facciamo sempre.
Questa è la storia di grasse risate sotto una luce impietosa, questa è la storia di chi si conosce per differenze e per questo ci si vuol bene ogni giorno un po' di più.







Eccoci qui, sfrontate, sfacciate, col trucco sfatto per le risate! 
Simo, Marty, Mel e Cri:

 quattro jutzuka in libertà

mercoledì 27 aprile 2016

Di Te



Cercami
Ancora come un tempo.
Raccontami, raccontati!

Donami
Il tuo entusiasmo
La tua voglia
Le tue parole

Voglio appassionarti
come un libro di avventure

Voglio sentirti forte
come terra d'Estate

Giorno o notte
Io Tutto
Io Niente.


Vorrei non spegnere le Stelle.


S.T. 27 Aprile 2016





martedì 12 aprile 2016

Quando sul Tatami

Ci sono quelle sere in cui, nonostante la fatica del giorno, ti alzi e ti prepari per andare al dojo e ti chiedi se riuscirai ad affrontare l'allenamento e tutto ciò che comporta.
Preferiresti restare sul divano o fiondarti sotto le coperte senza aver nemmeno cenato, eppure ti alzi, ti fai una doccia, prepari la tua borsa con il judoji pulito, inforchi la bicicletta e vai.
Entri in spogliatoio, ti cambi e sali sul Tatami.
Sei pronta ad affrontare il riscaldamento, le cadute, gli esercizi che talvolta provocano qualche livido (ne ho uno persino sotto la scapola). E poi inizi a studiare le tecniche, a volte ti capita di aiutare un compagno con la cintura più bassa, quindi insegni e poi studi il tuo programma.
Durante l'allenamento fluiscono nuove energie, scompaiono il mal di testa ed il mal di schiena.
Senti che vai forte, senza fermarti.
L'ora finisce, dopo il saluto torni in spogliatoio sudata fradicia, i capelli scompigliatI e l'elastico, che li raccoglieva in una coda, pende esanime da un ciuffo supertstite.
Due chiacchiere con qualcuno e poi torni a casa a cavallo della tua bici.
Davanti al cancello tiri un sospiro e sussurri: "come sto bene!"
Hai dato tutto sul Tatami, non resta che un barlume di positività e tanta soddisfazione.

sabato 9 aprile 2016

Giorni pieni

Solite giornate piatte e grigie, mentre i glicini coltivati nei cortili delle case, silenziosi trionfano di grappoli carichi di profumo e colori e dal cielo cade incerta la pioggia. Giornate cariche ed intense, mattinate sonnacchiose e notti insonni di una primavera impaziente.
E la mia settimana è scivolata di corsa tra impegni e pulizie generali della casa.
La mia vita sociale è stata intensa: il dojo, l'uscita con le amiche del venerdì, il compleanno in pizzeria/ sala giochi che diventa un incontro tra bambini e genitori.
Tuttavia sono riuscita a realizzare un paio di orecchini in pizzo all'uncinetto.
Il lavoro mi è stato commissionato soltanto giovedì sera e addirittura pagato in anticipo.
Tempi contingentati tra ieri e oggi.
La sfida è stata dura, sì perché prima di lavorare agli orecchini basandomi sul progetto che mi è stato mostrato, ho fatto una lunga ricerca per trovare uno schema adeguato.
Quindi dopo aver proposto il colore del filato e le perline alla mia committente, mi sono subito messa al lavoro non senza difficoltà.
Occorre specificare che l'uncinetto è il n. 1,25 (mm) e di conseguenza le perline sono minuscole. Contarle ed infilarle non è così immediato, occorrono calma, pazienza, tempo e soprattutto una buona postazione bene illuminata.
Eseguita la prima fase del mio lavoro, ho iniziato la lavorazione vera e propria, fermando ogni perlina con ogni singolo punto.
Il risultato è davvero notevole: eleganti orecchini avorio con perline in vetro argentate e bianche, dall'effetto lievemente perlescente che permette delicati giochi di luce.
In ultimo ho fissato le monachelle, dove ho inserito una perlina bianca al posto di quella originaria in metallo.
La procedura che dà valore e corpo alla lavorazione consiste nell'indurimento del manufatto. Ognuno ha un proprio personalissimo sistema: chi utilizza acqua e zucchero, chi lo smalto per le unghie e chi consiglia addirittura il vinavil.
Ora se io voglio dare una forma perfetta ai miei orecchini in pizzo di cotone, non utilizzerò smalto o colla, nè acqua e zucchero, ma il classico amido di frumento disciolto in poca acqua.
In seguito darò la consistenza al mio lavoro, che poi metterò ad asciugare e che stirerò con il ferro già caldo.
Ed ecco il risultato
Lavoro finito e consegnato!

martedì 5 aprile 2016

Ripresa

Dopo due settimane di riposo forzato sempre per il mio ginocchio  (sano tutto sommato, ma sto prendendo degli antinfiammatori) eccomi tornata al dojo.
Forma fisica? Poca, riscaldamento estenuante tra corsa, addominali e flessioni, due settimane sono come secoli per chi riprende ad allenarsi.
Ma ad ogni modo ho retto anche bene, senza strafare.
Ormai sono cintura marrone, mi sto preparando per il secondo kyu  (volgarmente detta marrone II) e il maestro inizia a pretendere un po' di più da me, nel senso che si aspetta che io sia precisa: mi corregge, mi osserva, si accerta che io lavori e mi dia da fare sul tatami.
Durante l'ultima lezione che ho frequentato sono riuscita a tirare soltanto una tecnica, poiché ero con un ragazzino un po' in difficoltà.
Questa volta però ho tirato con un compagno diverso e in una sera ho imparato sei diverse tecniche.
Imparato in senso lato, diciamo che le ho imbastite, poi mi toccherà memorizzarle e provarle e riprovarle finché non le avrò tirate con precisione.
Le parole del maestro sono state queste:
"Simona tu sei cresciuta e stai crescendo, continua così chissà che un giorno...."
Be' se dico che mi sono fatta il suddetto culo al dojo non esagero, perché così è stato fin dall'inizio, cioè da quando ero cintura bianca e tutto era fatica e non era nemmeno così automatico cadere.
E poi il dolore, il sangue, la dedizione e la passione mi hanno portato alla cintura marrone.
Certo, a volte ho tirato con le cinture più alte, altre volte, troppo spesso, mi sono trovata a dover tirare con persone con difficoltà e qualche nevrosi e questo ha alimentato in me un profondo senso di rabbia e di frustrazione, è stata dura in quei momenti.
E ho pure visto persone che per svariati motivi sono arrivate alla cintura nera grazie ad una "scorciatoia".
E sapete che dico?
Che io sono partita da zero e che tutto quello che ho e che mi sono guadagnata è stato solo merito mio.
Proseguirò per questa strada affatto facile, lastricata di dolore, sforzo, sacrificio.
Credo che avrò ancora molto da imparare.

Aprile

Corre via marzo ed eccoci qui, già in aprile.
Un tempo un po' strano, piatto, uguale. Non ha gusto questa primavera che arriva dopo un non inverno.
Sì perché qui nella bassa gennaio è stato come marzo, marzo come maggio, aprile come ottobre: nebbia e umidità penetrano nelle ossa, temperatura percepita: gelida, salvo poi sudare con la prima sfera di sole.
Finiti i lavori zuccherosi relativi al mio precedente post, mi sto dedicando ad una stola in cotone a punto rete di Irlanda, eccola in un'anteprima

venerdì 18 marzo 2016

Torta pochette

Poiché in queste ultime settimane mi sono dedicata a lavori zuccherosi, di quelli che si mangiano con gli occhi e che non ingrassano, non poteva mancare una torta di pan di spagna con fragole e panna soffice come una nuvola.

Vi piace l'idea?

Ecco allora una golosa pochette in lana beige (la base della torta) e acrilico per la panna.
Fettine di fragole (lana rossa) fungono da guarnizione.

La borsina misura 12 cm per 9 di diametro ed è adatta a riporvi trucchi, gioielli o piccoli oggetti. La chiusura è realizzata con laccetti da stringere ed annodare, così come illustrato in foto.



Dolci di primavera

In queste ultime settimane sono presa da tantissimi impegni ed incombenze tra le più svariate che si possano immaginare.
Da un lato la famiglia e tutti gli impegni che comporta e dall'altro feste di compleanno e pizze tra bambini e genitori,  in sale giochi fitte e affollate, traboccanti di gente, rumori e luci.
Non ho mai amato le sale giochi.

Se poi ci mettiamo visite mediche, riunioni, e altre faccende mi chiedo che faccia a reggere.
Desidero una vacanza.
Sono anni che non mi rilasso, sono anni che non vuoto la mente senza più pensare a nulla se non, appunto, al relax.

Ma per fortuna riesco a reggere, ho una buona tempra tutto sommato.

Tuttavia riesco sempre a ricavarmi i miei spazi per nuovi lavori, nuove idee e nuove proposte.
Ed eccole, le mie proposte per la primavera.

Oggetti eseguiti a mano, sempre all'uncinetto, con una tecnica che richiede parecchia attenzione, ma molto graziosa: la tecnica amigurumi.

Ecco i cestini di Pasqua, perfetti per fare dei segnaposto per la vostra tavola e da offrire come cadeau ai commensali, magari riponendovi un paio di ovetti al cioccolato



Oppure per realizzare le bomboniere per battesimi e Comunioni.
Con un'opportuna personalizzazione e con filati diversi, come ad esempio il cotone, sono perfette anche per un matrimonio.

Oltre ai cestini di Pasqua ho realizzato un paio di cupcake.
Eccoli


Golosi cupcake alla ciliegia o alla fragola, con crema alla panna (di acrilico).

Simpatici e versatili oggetti da usare come puntaspilli (per imbottirli internamente ho impiegato del cotone idrofilo), o per realizzare originali bomboniere o, infine, come per i cestini sopra, da impiegare come segnaposto per la vostra tavola di Pasqua.

Per concludere... in dolcezza, ecco i macaroons









giovedì 17 marzo 2016

Esprimersi

Solitamente sono una persona che sa contenersi, anche troppo se mi trovo tra altre persone.
Sono sempre gentile e mi esprimo in maniera appropriata.
Sul tatami mi diverto molto e lavoro anche molto.
Oggi è capitato l'imprevedibile.
Mentre facevamo le cadute con rotolamento, a due a due, ognuno su una riga immaginaria, è successo che il mio compagno è andato storto e avrebbe travolto anche me se durante la mia "capriola" non l'avessi visto con la coda dell'occhio.
Mi sono fermata, mi sono alzata in piedi e con tono severo e grave gli ho chiesto: "dove c. vai?"
Non posso tollerare l'invasione del mio spazio vitale, questa cosa mi da sui nervi.
Dopo il mio exploit, che nemmeno io avrei previsto, ho dato un'occhiata ai miei compagni, seri e silenziosi, forse nemmeno loro si sarebbero aspettati una simile reazione da parte mia.
Il maestro mi ha ripresa con un modo benevolo, quindi ho detto, coprendomi la bocca: "ops scusatemi" ed un sorrisino di circostanza ha smorzato una reazione che certo non si addice ad una signora.
Ma sul tatami nessuno è perfetto.
Il sudore che cola, i capelli scompigliati....
Sul tatami siamo un po' "nudi", tutti squisitamente umani.

domenica 13 marzo 2016

Seminario arti marziali

Dopo aver partecipato con tanto di esibizione sul palco al festival dell'oriente di Bologna, oggi seminario di arti marziali, ed ecco una delle tante foto della giornata.
Dopo un mal di pancia fastidioso e cinque ore di sonno, stamattina mi sono svegliata alle sette per essere pronta alle otto e mezza.
Colazione veloce e alle nove inizio lezioni di arti marziali.
Dal ju jitsu all'aikido, dal karatè Shotokan al jujitsu brasiliano. Insomma, 6 ore di attività fisica e studio mi hanno permesso di lasciare le questioni fuori dalla porta e condividere la stessa passione con persone diverse, molti gli sconosciuti, tanti quelli ritrovati dopo qualche anno.
Rientro a casa alle due del pomeriggio e spuntino con un po' di pane e affettato.
Per concludere un ciclo di arti marziali, non potevo non andare al cinema con la mia famiglia per vedere Kung fu panda III.
Ma adesso i muscoli contratti della schiena sembrano ossa.
Ho bisogno di riposare.

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"Dei fiori il ciliegio
Degli uomini il guerriero"

sabato 5 marzo 2016

Marzo

Eccoci quindi arrivati al terzo mese dell'anno che spalanca le porte alla primavera.
"Marzo pazzerello esce il sole e prende l'ombrello"
Peccato però che di sole se ne vede pochino, la bassa padana è sotto l'assedio della pioggia e del vento implacabili.
Tuttavia le idee per la primavera e per la Pasqua non mi mancano.
Eccone una piccola parte, macaroon e cupcake realizzati all'uncinetto, con la tecnica amigurumi.
Il filato è in acrilico, mentre per l'imbottitura ho impiegato del cotone idrofilo.
Un'idea originale come segnaposto per la tavola di Pasqua, per realizzare le tue bomboniere o anche da usare come puntaspilli.
Tutto interamente fatto a mano!
A presto con nuove proposte 

martedì 23 febbraio 2016

Notte, gatti e....

Arriva la notte e con essa il silenzio.
Lunga giornata, con le sue corse, con i suoi rumori, con le sue preoccupazioni.
E la notte mi distende, indugio ancora un po' nella mia stanza buia, mentre tutti dormono.
Accanto a me si è acciambellata la mia gatta, poggiata col corpo sulla mia anca e con le unghie delicatamente mi tiene per una manica.
Se la accarezzo fa le fusa, il dolce suono mi rilassa.
Notte Micia e notte mondo ♡

domenica 14 febbraio 2016

2 febbraio 2016: cronaca di un esame

Dopo un massaggio quasi miracoloso, il 2 febbraio di quest'anno sono tornata sul tatami.
Ovviamente la fascia mi fa da compagna e sostegno, in attesa della risonanza magnetica, sperando di escludere danni ai legamenti.
Quella sera l'allenamento è iniziato col solito riscaldamento e poi uno studio incentrato essenzialmente su tecniche di proiezione.
Ad un quarto d'ora dalla fine della lezione, dopo esserci messi tutti a sedere, il maestro mi ha chiamata al centro: così a bruciapelo, senza nemmeno avere il tempo di emozionarmi e farmi battere forte il cuore.
I miei compagni,
circa una trentina di persone, sessanta occhi in tutto, erano seduti in ordine di cintura, in silenzio rivolti al centro del tatami.
In seguito sono arrivati un ragazzo che frequenta ken jitsu, ed un altro maestro rimasto a bordo tatami.
Il mio maestro ha iniziato col chiedermi il programma della cintura marrone.
La ragazza che mi ha fatto da uke non si ricordava più come attaccare, ed ecco che, mentre eseguivo le tecniche, le spiegavo cosa doveva fare (esempio attacco da presa o da pugno).
E così la prima tranche del mio esame è filata liscia e via con la seconda.... esecuzione della cintura arancione e poi ancora della gialla.
E la tensione saliva, eccome se saliva!
Il cuore batteva in gola, il sudore e la fatica si sentivano, sessanta occhi incollati addosso e i miei kiai! Erano forti e risuonavano nel dojo silenzioso.
Il fiato mancava e il cuore batteva e io andavo forte, sì! Stavo dando tutto, tutto di me!
E andavo in fretta, anche i taikyoku tzuki (Kata di karate che consistono in una specifica serie di parate -alte, medie, basse- e pugni diretti) li facevo di corsa, e il fiato mancava.
È stato lo stesso maestro a dirmi:
"Simona, un comando un movimento"
E i comandi erano lenti e io dovevo andare a comando.
Ed ancora ne waza (lotta a terra) con un ragazzino di circa tredici anni: trenta chili e quasi trent'anni di meno.
Energie residue bruciate dietro ad un pischello che si credeva un'anguilla e che sapeva divincolarsi e sgusciare dalla mia presa.
Compito arduo immobilizzarlo.
Ultima tranche: le cadute.
Tante cadute, Yoko ukemi, ushiro o zempo ukemi, e ancora mae ukemi e ushiro e zempo.... "dai Simona tirati sù"
E stravolta urlavo i miei kiai per buttare il fiato, per scaricare la tensione.
"Sei stanca Simona?"
"No...." (ero esausta)
Ancora ushiro ukemi.... e ancora cadute.
"Sei stanca Simona?"
"Basta!" Ormai ero uno straccio bagnato
"Risposta sbagliata"
E via ancora cadute. Finché non mi sono alzata in ginocchio, lo sguardo supplicante "pietà" e i capelli fradici sulla fronte.
"Brava Simona, torna in seiza"
E mi sono seduta coi miei compagni al mio posto.
Applausi e poi, richiamata al centro, saluto il maestro e in ginocchio sulla gamba sinistra, il maestro mi ha tolto la cintura blu e messo la marrone.
Ecco, saluto ai compagni che mi hanno applaudito e saluto finale.
Tutto è iniziato dalla cintura candida come la neve, ho intrapreso una strada senza sapere nemmeno bene cosa avrei trovato.
Tutto è iniziato con l'ansia e la paura di avvicinarmi a persone che non conoscevo.
E la mia cintura candida è già marrone.
Un grado che significa davvero tanto per me, ottenuto con sforzo, disciplina e dedizione.
Inizio a sentirmi un po' guerriera.
C'è ancora tanto da fare, c'è ancora tanto sudore, dolore, sforzo, sacrificio, disciplina.
Fatiche da affrontare con serenità, per amore del ju jitsu.

martedì 9 febbraio 2016

Settimana da brivido

Questa è una settimana da brivido per me.
A parte il fatto che questa mattina ho perso la mia gatta, sì perché mentre uscivo da casa tutta trafelata con mio figlio, la delinquente mi ha seguita.
Non avendola trovata nè in giardino, nè in veranda, mi sono subito attivata per cercarla, allertando i miei vicini e tutto il paese con appelli disperati.
Dopo quattro ore l'ho trovata mezza morta di paura nel giardino di una vicina.
Non so quanto ho camminato, ho anche schioccato le labbra per far sì che mi riconoscesse, ma mi è venuto dietro un gattone tutto grigio che si strusciava sulle mie gambe e faceva le fusa.
Pessima idea cercare il tuo gatto col tipico suono, rischi di avere al seguito la tutta la popolazione felina del circondario.
Tornata a casa dopo l'una, mi sono scavezzata per preparare il pranzo e mettere in po' di ordine in cucina.
Ero stanca morta e con un terribile mal di testa.
Ad ogni modo il pomeriggio è stato meno movimentato, nonostante avessi ancora i letti da fare.
Almeno quelli.
Sera in totale relax, ma ho tristemente realizzato che oggi c'è il festival di Sanremo e io tutti gli anni, in questo periodo, mi intristisco.
Non vedo l'ora che finisca il festival, almeno faranno timidamente capolino programmi quasi interessanti.
O  non palesemente vomitevoli.
Se poi pensiamo ai baci perugina con le frasi di fedez ... e perché non Gigi D'Alessio a 'sto punto?
Vuoi mettere con:
"Nelle domeniche d'agosto quanta neve cadrà"?
Ma sono davvero versi suoi questi?
Be' ad ogni buon conto sono io a voler dedicare una bella frase a chi ama, a chi è amato, agli innamorati.
A presto 

Lavoro ultimato

Ecco qui la sciarpina finita.