martedì 12 aprile 2016

Quando sul Tatami

Ci sono quelle sere in cui, nonostante la fatica del giorno, ti alzi e ti prepari per andare al dojo e ti chiedi se riuscirai ad affrontare l'allenamento e tutto ciò che comporta.
Preferiresti restare sul divano o fiondarti sotto le coperte senza aver nemmeno cenato, eppure ti alzi, ti fai una doccia, prepari la tua borsa con il judoji pulito, inforchi la bicicletta e vai.
Entri in spogliatoio, ti cambi e sali sul Tatami.
Sei pronta ad affrontare il riscaldamento, le cadute, gli esercizi che talvolta provocano qualche livido (ne ho uno persino sotto la scapola). E poi inizi a studiare le tecniche, a volte ti capita di aiutare un compagno con la cintura più bassa, quindi insegni e poi studi il tuo programma.
Durante l'allenamento fluiscono nuove energie, scompaiono il mal di testa ed il mal di schiena.
Senti che vai forte, senza fermarti.
L'ora finisce, dopo il saluto torni in spogliatoio sudata fradicia, i capelli scompigliatI e l'elastico, che li raccoglieva in una coda, pende esanime da un ciuffo supertstite.
Due chiacchiere con qualcuno e poi torni a casa a cavallo della tua bici.
Davanti al cancello tiri un sospiro e sussurri: "come sto bene!"
Hai dato tutto sul Tatami, non resta che un barlume di positività e tanta soddisfazione.

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